gazz mn 27 08 23 parcote

Taglio del nastro, la musica della banda e il fresco delle fontane. Poi un fiume di gente fino a notte

«Abbiamo bisogno di vedere cose belle». Con queste parole il sindaco Mattia Palazzi ha aperto ufficialmente il nuovo parco cittadino, durante la cerimonia di inaugurazione di ieri sera. «Per bello non intendiamo, però, soltanto il senso estetico – ha aggiunto – ma il potersi sentire bene. L’idea di questo parco è uno spazio e un tempo per stare bene». Alla festa, che è proseguita fino alla tarda serata, hanno partecipato quattromila persone. / PAGINE 8 E 9

Palazzi: un parco europeo dove la gente starà bene da sola o insieme
Il sovrintendente Barucca: valorizzata la reggia dei Gonzaga Il progettista: è una sintesi tra storia e contemporaneità
«Abbiamo bisogno di vedere cose belle». Con queste parole il sindaco Mattia Palazzi ha aperto ufficialmente il nuovo parco cittadino, durante la cerimonia di inaugurazione di ieri sera. «Per bello non intendiamo, però, soltanto il senso estetico – ha aggiunto – ma il potersi sentire bene. L’idea di questo parco è proprio questa: uno spazio e un tempo per stare bene, scegliendo se viverlo da soli o in compagnia ». Il riferimento è alle sedici isole strutturate per la socialità, ma anche al grande prato da vivere in libertà se si cerca più isolamento. «È un parco contemporaneo ed europeo – ha aggiunto – Rappresenta un’idea di città dinamica. Non abbiamo voluto fare i grandeur, ma non dobbiamo nemmeno avere paura di fare delle cose nuove. Siamo una città fieramente di provincia, ma questo non significa che dobbiamo essere provinciali ». Dice che «non è il giorno delle polemiche», il sindaco, ma qualche stoccata la tira comunque: «Qualcuno dall’opposizione ha definito questo progetto una porcata; vedere qui la gratitudine di tremila persone dimostra il contrario ». Palazzi ha rivelato anche i prezzi della manutenzione, rispondendo indirettamente a un’altra delle critiche arrivate nei giorni scorsi. «Costerà novantaseimila euro l’anno, vale a dire un euro e ottanta centesimi al metro quadro. Fondi che per i primi due anni sono già inclusi nel bando. I mantovani saranno ben felici che questo costo venga destinato a uno spazio simile». «Recuperare è tornare in possesso di qualcosa che si era perduto e con questo parco torniamo a far vivere uno spazio», ha aggiunto il soprintendente all’archeologia, belle arti e paesaggio di Mantova, Cremona e Lodi Gabriele Barucca. «L’obiettivo era valorizzare Palazzo Te, miracolo di bellezza isolato da tanta bruttezza e degrado. Ora i problemi che restano da risolvere nell’area sono l’ex caserma Montanara e Curtatone, tra i miei obiettivi, e la situazione dello stadio, che spero si possa migliorare in futuro», ha concluso il soprintendente. Sul palco anche il progettista Emanuele Bortolotti dello studio milanese AG&P Greenscape, autore tra l’altro della Biblioteca degli Alberi di Milano: «Puntavamo a raggiungere una sintesi tra la necessità di inserirci nel contesto storico e creare un parco contemporaneo europeo, un concetto molto nuovo per l’Italia. Ora saranno gli utilizzatori a dirci cosa funziona». Il Parco Te, infatti, non è un progetto chiuso, ma in progress come ricordato anche da Palazzi: «Abbiamo pensato a tante cose – ha detto il sindaco – ma altre le scopriremo man mano dal modo in cui le persone decideranno di frequentare questo spazio». Infine, la parola a chi ha seguito concretamente la realizzazione dei nuovi giardini. «È un intervento che finalmente riconsegna un’area dimenticata, non definita e paesaggisticamente banale – ha detto Giogio Grossi, referente del progetto per Mantova Ambiente – I benefici saranno anche sul piano del microclima: mitigazione del calore, gestione dei flussi di acqua piovana, filtro per l’inquinamento atmosferico ». Accanto ai discorsi istituzionali, sul palco c’è stato spazio anche per le maestranze che hanno lavorato in questi mesi al parco, invitate a prendersi un lungo applauso dal pubblico. —

La gente in corteo dietro la banda raggiunge il palco per il discorso ufficiale del primo cittadino. Poi il pic-nic offerto dal Comune
In quattromila alla festa del Parco Te tra il verde e le fontane che si illuminano
Siamo almeno in tremila» urla soddisfatto al microfono il sindaco Mattia Palazzi nel bel mezzo dell’inaugurazione del nuovo Parco del Te. Mentre lui arringa il pubblico, tanta gente comincia a sciamare lungo i vialetti e sul prato verde. Alla fine, secondo gli organizzatori, saranno quattromila le persone che non hanno voluto perdersi l’appuntamento, qualcuno si allarga, con la storia. Una vera folla che a ondate raggiunge prima il palco per i discorsi ufficiali, poi le fontane per l’accensione dei giochi di luce e d’acqua e infine i tavoli dove è stato allestito il rinfresco, pardon il pic-nic. Per il sindaco è l’apoteosi dopo un anno e mezzo vissuto in tensione tra le polemiche. Alla fine, dal palco, può togliersi alcuni sassolini e rispondere all’opposizione consiliare di centro destra che per mesi lo ha tenuto nel mirino. «Hanno definito quest’opera una grande porcata, la risposta è questa» dice indicando la folla presente, da cui si alzano applausi. E poi i costi: 5,3 milioni di euro dallo Stato, più «i 170mila che abbiamo messo noi, e la manutenzione: 96mila euro all’anno, ma dopo due anni». La folla è quella delle grandi occasioni. In tanti sono venuti per dimostrare che il parco piace; qualcuno osserva che non c’è ancora ombra, ma c’è fiducia che tra qualche anno la frescura non mancherà. Tanti i bambini che corrono felici sull’erba e tra i giochi e che si fanno la doccia sotto le fontane. Uno spettacolo. È c’è già qualcuno che ne approfitta per leggere il giornale seduto sull’erba soffice mentre vicino un cane al guinzaglio scodinzola felice. È una giornata di grande festa. Mancano del tutto, o meglio, nella folla non si sono notati, i consiglieri comunali dell’opposizione critica, mentre ci sono molti di quelli di maggioranza, l’intera giunta e persino i presidenti della Provincia Bottani e del Parco del Mincio Pellizzer di tutt’altro colore politico rispetto al primo cittadino. La cerimonia comincia con la gente assiepata dietro le transenne dei cantieri in corso nella zona del Te, mentre la parte più consistente si è portata spalle all’esedra della reggia dei Gonzaga, pronta a seguire in corteo la banda Città di Mantova. E infatti, quando comincia ad intonare le sue allegre marce, un fiume di gente si mette dietro. Si parte, si raggiunge il centro del parco, si passa a fianco delle fontane ancora spente e si risale per raggiunge il palco collocato davanti all’esedra. Il sindaco è appena dietro la banda; veste casual: camicia bianca fuori dai pantaloni, sneakers bianche ai piedi e fascia tricolore a tracollo. Sul palco chiama tutti i protagonisti per ricevere l’applauso della città, «che ora con questo verde ha un respiro europeo»: si alternano le maestranze di Mantova Ambiente che hanno lavorato, il sovrintendente Barucca e il progettista Bortolotti. Lo spettacolo è davanti, è la gente che festeggia. —

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